I risultati dei test invalsi riportano risultati da maglia nera per la Campania e questo misura, in maniera inoppugnabile, ciò che tutti ci aspettavamo. Non siamo sostenitori di questo strumento di valutazione, ma al momento è il termometro a disposizione e ciò che registra è un vero e proprio disastro educativo. Una politica cieca che ha ostinatamente portato avanti una colpevolizzazione, totalmente ingiustificata, degli ambienti scolastici in termini di diffusione del virus, ha fatto sì che questo contribuisse alla creazione di due Italie, amplificando il divario tra Nord e Sud. Chi ha deciso di sacrificare la scuola ha condannato il nostro territorio ad un ritardo che pagheremo per lungo tempo, con un impoverimento culturale ed educativo difficile da recuperare. Ed è facilmente immaginabile come si potrà ripercuotere in termini occupazionale, ma tradursi anche in un colpo alla capacità di autodeterminarsi, perché è chiaro che in un territorio critico come quello campano, dalla scuola dipende la consapevolezza dei diritti e la formazione dei cittadini di oggi e di domani.
Del resto, proprio i contagi in questo periodo, elevatissimi in Campania, dimostrano ancora una volta come la diffusione del virus sia totalmente svincolata dall’apertura o chiusura delle scuole, uniche, tra l’altro, ad essere state sacrificate, o meglio che si sperava ancora di sacrificare finanche con l’avvento di Omicron, se il Tar non fosse intervenuto.
Proprio ieri al Festival delle Culture Popolari di Torino, Angelo Moretti è intervenuto sul tema “Scuole e Comunità Educanti”, evidenziando come oggi più che mai l’intervento educativo deve andare incontro alle esigenze dei singoli e lo si può realizzare puntando sempre di più sulla comunità educante. La nostra proposta resta fermamente il Patto Educativo di Comunità e la capacità di investire su progetti formativi che riguardino ogni singolo studente, con un progetto personalizzato e con particolare attenzione a coloro che sono in difficoltà e a rischio dispersione.