La città si unisca!
L’altro ieri 169 mila famiglie italiane in condizioni di difficoltà economica sono state raggiunte da un messaggio telefonico sul loro telefonino per essere avvisate che il loro reddito di cittadinanza, se fossero entrate nella fascia degli “occupabili”, sarebbe sceso automaticamente a 350 euro al mese. Un po’ come i licenziamenti avvenuti per mano di Elon Musk un anno fa al personale di Twitter, attraverso sms. La storia incredibile non è il taglio di per sè, perché il Reddito di Cittadinanza è un istituto che merita certamente tanto rispetto quanto una riforma, per renderlo efficace relativamente alla sua ambizione di essere strumento di inclusione lavorativa, ma è nella spocchia assoluta del potere del governo che prima ancora di aver individuato una vera strategia per gli occupabili dimezza il loro sostegno economico, con la pretesa di “dare una lezione” a questa platea di uomini e di donne, persone e capifamiglia che ad agosto, e nel mezzo di un’inflazione che fa schizzare il caro vita, dovranno ora capire a cosa rinunciare ancora per arrivare non a fine mese, ma almeno a metà. E lo fa senza alcun raccordo con i servizi sociali dei comuni che prendono in carico la vita reale del paese e non quella immaginaria ed ideologica che si scrive nei palazzi di Roma o delle Regioni.
Ciò che è accaduto va oltre la politica, è mero esercizio del potere contro gli ultimi. Se l’altro ieri avessero inviato un messaggio per il taglio degli stipendi di soggetti forti, come avrebbero altre categorie di “fascia alta” se da un giorno all’altro i loro stipendi fossero decurtati di 350 euro al mese? E perché si pensa che i poveri possano farne a meno e restare zitti? Probabilmente sull’ indigenza ogni partito vuole imprimere il suo marchio di fabbrica e fu così infatti che l’RDC nacque soffiando il posto al REI, reddito di inclusione, nato solo qualche anno prima e senza alcun passaggio vero di consegne per il raccordo tra un istituto ed un altro, colpevolmente, ed ora probabilmente anche il governo Meloni vuole prima bastonare per poi offrire una carota più avanti. Di fronte a tale scempio serve unità tra i cittadini.
Come Civico22 chiediamo di tenere un canale aperto di comunicazione con tutti i percettori del reddito di cittadinanza, soprattutto in vista del caro libri di settembre, che spinge alcune famiglie a rinunciare alla scuola dopo l’obbligo scolastico, ed alla luce dei dati allarmanti della povertà sanitaria (sette per cento di popolazione italiana che rinuncia alla cura perché non ha fondi per rivolgersi ai centri privati e non può attendere le interminabili liste di attesa).
Ci proponiamo come cittadini attivi per dare un nostro contributo ai servizi sociali del comune di Benevento perché si possano ascoltare e censire i disagi arrecati da questa assurda decisione presa senza rispetto delle storie di vita. E contemporaneamente chiediamo al Comune, in qualità di ente capofila, di attivare urgentemente un tavolo di concertazione con le parti sociali per l’uso più consono delle risorse del Fondo Povertà che costituiscono il Fondo Unico d’Ambito