Civico22 ha indetto incontri preelettorali con forze del campo progressista. Nell’elenco ci sono M5S e Terzo Polo, che però sono autonomi sul piano nazionale. Non c’è Più Europa, che se n’è lamentato. Quali sono i criteri che hanno mosso le vostre scelte?
“AbbIamo risposto a quelle forze politiche che ci hanno risposto di essere pronte a dibattere sui temi nevralgici posti da Civico22. Con loro avremo un confronto franco che andrà oltre il 25 settembre. Il tempo elettorale è stato strettissimo, e non siamo riusciti a organizzare più di 5 incontri. Spero che Più Europa, come altri, vorranno prendersi tutto il tempo di costruire insieme una nuova visione politica progressista ed ecologica per il nostro territorio”.
Se il Pd romano non le avesse negato la candidatura, oggi sarebbe alfiere dei Democratici e Progressisti. Del resto lei è antitetico alla destra sovranista e securitaria. Come può non sostenere la candidatura di Antonella Pepe, che rappresenta la stessa visione?
“Non abbiamo dichiarato alcuna contrarietà alla candidatura di Pepe ma al metodo della scelta di un candidato catapultato dall’alto senza alcun ascolto del territorio. Dopo che il Pd, i Verdi e le forza civiche esprimevano l’unanimità su un unico nome, ci siamo ritrovati una persona diversa, assolutamente stimabile e competente. Civico22 nasce per contrastare proprio questa politica distante dai territori.”
La sua avversione per il masselliamo è almeno pari al sentimento che provano per lei i sostenitori del sindaco di Benevento. Arriverebbe a consigliare di votare chiunque, ma non Sandra Lonardo?
“La mia non è un’avversione a un uomo o a una donna, credo profondamente nel dialogo con tutti. La mia è un’avversione al sistema delle clientele e della politica di basso profilo che ha messo in ginocchio la nostra provincia. Una politica che ci ha reso noti alle cronache nazionali per la “viandanza” di un nostro leader locale, e mai per aver espresso una particolare visione delle aree interne. La mia unica indicazione di voto è: valutare bene chi difende l’acqua. Le prossime guerre saranno per la siccità e per la privatizzazione della gestione delle fonti idriche. Premiate chi parla di Europa nel Sannio e di Sannio in Europa, e non semplicemente di interesse locale”.
Avrebbe voluto essere il candidato del centrosinistra alle Comunali, ma le furono negate le primarie e corse da solo. Converse su Perifano al secondo turno, ma poi ha tenuto autonomo il gruppo. Ora dialoga con le forza progressiste, dopo essere stato “sedotto e abbandonato” dal Pd. Non avrà per caso ragione chi l’accusa di essere moretticentrico?
“Se fossi autocentrato non sarei perennemente in dialogo, come responsabile di Civico22, con tutte le forse progressiste. La verità è che chi non legge la politica ma è abituato a vedere le tattiche, non riesce a comprendere la nostra trasparenza. Noi chiediamo che la democrazia torni a essere un affare partecipato dai cittadini e non una sagrestia di partito. Lo abbiamo chiesto nel 2021, lo chiederemo ancor più dal 26 settembre. Chi ci accusa di autoreferenzialità, in realtà, è solo scandalizzato dalla resa di sua maestà di un piccolo nucleo civico che, in rete con altre forze, ha totalizzato il 14 per cento, e oggi non si è sciolto come neve al sole. A luglio sapevo che non sarei stato candidato, non può essere per noi motivo di delusione. Ci dispiace piuttosto che si stava preparando per provare a vincere in un collegio difficile”.
Lei ha affermato che il welfare non è solo socialità ma anche un volano per l’economia. Come potrebbero beneficiarne le aree interne?
“Il welfare non è un servizio ma la capacità dello Stato di costruire, promuovere e difendere la coesione sociale, la moneta di scambio più presente nelle aree interne e nelle città di medio-piccole. Ma il nostro destino è l’estinzione e l’aggregazione verso le aree metropolitane, se la denatalità è la migrazione giovanile dovessero continuare a incrementarsi al ritmo di oggi. Per capovolgere questo trend è necessario ripartire da ciò che abbiamo: il capitale sociale e il capitale naturale, e legarli in un unico destino. Cosa ce ne facciamo delle pale eoliche in un Appennino spopolato? A cosa serve l’accoglienza di persone straniere, se non ci si impegna perché diventino nuovi residenti nei comuni? Un asilo nido, una fattoria sociale, una comunità energetica, possono trasformare in poco tempo un comune in crisi in un comune modello. Per realizzare questo cambiamento, la prima leva è il welfare”.
Quale futuro immagina per Civico22?
” Civico22 è una forza di partecipazione civica, deve poter essere utile anche oltre il territorio comunale. Il futuro sarà un impegno provinciale in dialogo con le forze progressiste, proprio come oggi”.