Sono fiero del fatto che dopo cinque anni di amministrazione a senso unico e solitario, oggi sia presente non solo un’opposizione consiliare larga, ma anche una costruttiva opposizione all’opposizione che viene da esponenti ed intellettuali di lungo corso che oggi non appartengono a nessuna maggioranza, e che hanno sempre avuto a cuore le sorti del Sannio, afferma Angelo Moretti
Così come auspicato anche da Pasquale Viespoli nella chiacchierata che abbiamo avuto ieri e che ha poi dato origine all’articolo che abbiamo pubblicato, “Gazzetta” si fa promotrice, anche senza sollecitazioni e dunque senza alcun merito se non quello di mettere a disposizione gli spazi di questa testata, di un dibattito franco ed aperto sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio nel tempo in cui viene discusso il reticolo che dovrà formare l’ossatura del più ampio piano che dovrebbe essere destinatario di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienaza (Pnrr).
Ospitiamo oggi l’intervento di Angelo Moretti (foto), esponente politico ma anche operatore economico non di secondaria importanza.
“Gentile direttore – scrive Moretti – leggo sempre con grande interesse i contributi che “Gazzetta di Benevento” propone al dibattito politico della città di Benevento e come prima esperienza di consigliere comunale non posso che essere fiero del fatto che, dopo cinque anni di amministrazione a senso unico e solitario, oggi sia presente non solo un’opposizione consiliare larga, presente e vivace sia a Palazzo Mosti che sulla stampa, ma anche una costruttiva opposizione all’opposizione che viene da esponenti ed intellettuali di lungo corso che oggi non appartengono a nessuna maggioranza, e che hanno sempre avuto a cuore le sorti del Sannio.
Questo è un chiaro segnale che il pensiero politico della città è in buona forma e si incrociano in più punti nuove ed antiche energie.
La nota dell’onorevole Roberto Costanzo apparsa sulla sua testata è assolutamente di grande interesse e di consueto spessore e merita un approfondimento così come parimenti lo è quella di Pasquale Viespoli.
A Palazzo Mosti vive una minoranza consiliare piccola e compatta di undici consiglieri comunali di tre forze politiche distinte ed un esponente del gruppo misto, anch’esso in minoranza.
Questi consiglieri hanno prodotto in soli tre mesi più interrogazioni consiliari e dibattito sui temi di quanto la vecchia guardia, oggi buona parte passata in maggioranza, avesse prodotto negli ultimi anni.
E nonostante ciò, capisco bene che il nostro lavoro di controllo e di proposta sugli atti della giunta e sul regolare funzionamento del Consiglio comunale potrebbe passare ai lettori dei media come una tendenza alla critica a tuti i costi, ci permettiamo di dire: Non è così, non è affatto così.
Basti vedere gli atti prodotti e la nostra fattiva presenza in tutte le Commissioni consiliari.
In queste i lavori, anche se a rilento per via delle difficoltà delle riunioni tenute da remoto, stanno procedendo bene, si stanno mettendo mano a regolamenti importanti, come quello della consulta delle disabilità ed il funzionamento della consulta della mensa scolastica, e si trovano diversi punti di contatto tra maggioranza e minoranza per una costruzione di una Benevento maggiormente partecipata ed aperta.
La politica è fatta di dialogo e le commissioni sono importanti e ben funzionanti palestre.
Ciò che invece non possiamo assolutamente tacere e su cui siamo costretti ad intervenire spesso è l’assoluta mancanza di dialogo tra il sindaco, la sua Giunta ed il Consiglio comunale, nel luogo deputato al dibattito, che è appunto l’aula di Palazzo Mosti.
Qui il sindaco pare non essersi accorto che l’aria è cambiata e che non è più circondato solo da yesmen e yeswomen e si sottrae continuamente e pervicacemente al dibattito consiliare. Il Consiglio comunale si è tenuto solo tre volte e ad oggi non ci è dato sapere quando verrà affrontato il piano strategico di cui la città si doterà per rispondere alla sfida del Pnrr.
Nel frattempo, i primi bandi iniziano a scadere senza alcuna progettazione in risposta, tutto ciò che fino ad oggi abbiamo ottenuto è che il primo mega progetto presentato in pompa magna dalla giunta Mastella Bis, il progetto Sheril, all’interno del bando Ecosistemi, al momento risulta non essere stato ammesso al finanziamento, idoneo ma non finanziato.
Per il resto scena muta. Si parla spesso sulla stampa della cabina di regia, confondendola con un organismo politico e ci si dimentica che l’unico organismo deputato ad offrire gli atti di indirizzo alla giunta è il Consiglio comunale.
Senza una delibera consiliare non si può fare nessuna programmazione ed al momento attuale nessuna programmazione infatti è stata realmente presentata né approvata.
La presentazione del programma di mandato di dicembre scorso è stata a dir poco penosa, con una serie raffazzonata di progettazioni vecchie e nessun allineamento tra la programmazione strategica della giunta e le sei missioni del Pnrr e le loro tante componenti, ci hanno presentato una banalissimo copia incolla di misure vecchie, in cui un decimo dell’intera narrativa era occupato da una ricerca che tentava di dimostrare stancamente, ai meno avveduti, che la colpa del dissesto non ricadesse in capo alla scelta politica della prima Giunta Mastella ma alle colpe dei governi precedenti.
Noi siamo prontissimi a fare la nostra parte propositiva e costruttiva con le proposte dei nostri programmi elettorali (ne sono prova tra l’altro la proposta di riunificare l’Asi avanzata da Luigi Diego Perifano, l’ottimizzazione tecnologica della sala consiliare ottenuta dopo l’intervento severo di Rosetta De Stasio, il mio intervento sulla finalizzazione dell’ex Cementificio Ciotta a luogo di occupazione e non di svago improbabile) ma non siamo opinionisti né intellettuali, di cui la città ha pur sempre estremo bisogno, siamo consiglieri comunali e vogliamo onorare il nostro compito nella sede deputata, Mastella può fuggire quanto vuole dal confronto, ma il Testo Unico degli Enti Locali lo inseguirà sempre.
In ultimo, mi si consenta una riflessione: alzare la voce contro il mastellismo stravagante dell’ultim’ora è una necessità pedagogica.
Troppi giovani beneventani sono esposti alle sue pessime boutade televisive, troppi cittadini sono stanchi della politica che si riduce a cabaret, noi non possiamo tacere sull’immagine deturpata a cui il nostro primo cittadino espone se stesso e la città intera quando va girando con un uovo in mano per improbabili pronostici elettorali quale novello Giucas Casella.
Dietro quelle boutade si nasconde il fallimento delle transazioni di via Saragat e le tante promesse mai mantenute in questo territorio.
Tacere potrebbe essere comodo e quasi confortevole, assistere impassibili all’inevitabile tramonto di un politico di lungo corso potrebbe essere una mossa astuta, ma abbiamo figli a casa e vorremo che guardassero alla politica come qualcosa di serio e di appassionato per il bene comune, per cui ci tocca reagire anche con un po’ di insistenza, ci scuseranno i lettori e gli elettori, ma preferiamo la critica vibrante al silenzio”.
Articolo di Gazzetta Benevento