I fiumi, come il vento e le colline, sono il capitale naturale più importante del nostro territorio e dovrebbero essere la nostra chiave di ingresso per il green new deal europeo.
Se il Sannio ha una storia più antica di Roma lo si deve certamente al Calore, se il Calore avrà ancora un futuro dipenderà solo da noi.
La nostra proposta come Civico22 ed #EuropaVerde è di avviare un nuovo Contratto di Fiume che abbia come baricentro la città e non il Taburno.
Il Contratto di Fiume è un accordo tra soggetti, pubblici, privati e dell’associazionismo, che hanno responsabilità nella gestione e nell’uso delle acque, nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente. Si tratta di uno “strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale.
E’ uno strumento che mira a raggiungere gli obiettivi delle Direttive Europee sulle Acque (2000/60/CE) e sulle Alluvioni (2007/60/CE) supportando e promuovendo politiche e iniziative volte a consolidare comunità fluviali resilienti, riparando e mitigando, almeno in parte, le pressioni dovute a decenni di urbanizzazione sregolata
Benevento potrebbe ripartire nella bellezza e nella economia locale attraverso un buon Contratto di Fiume prima ancora che con degli investimenti di nuove volumetrie, previsti in diversi progetti del dannoso Piano Periferie.
Potrebbe diventare uno dei pochi centri urbani del Sud attrattivo per il turismo delle aree interne, unica città interamente fluviale della Campania.
Con un contratto di fiume si potrebbe intervenire sui punti nevralgici della connessione tra fiumi e città, come l’area del Ponte Leproso e del Parco Cellarulo.
Invece ci tocca vedere tutti i giorni che il nostro patrimonio viene trattato come poco più di una cloaca fastidiosa.
Non abbattiamoci e ricominciamo a voler bene ai nostri fiumi!
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